Memoria digitale di una tragedia: Un progetto di memoria collettiva tra tecnologia e umanità.
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Il 18 aprile 2015 si è consumata una delle tragedie marittime più drammatiche della storia contemporanea: il naufragio di un’imbarcazione nel Mediterraneo, in cui persero la vita oltre 1200 migranti. Un evento che rappresenta non solo un disastro umano, ma anche un simbolo delle crisi migratorie del nostro tempo.
L’Università di Milano ci ha affidato il compito di documentare e preservare la memoria di questo naufragio attraverso un progetto unico: la scansione 3D dettagliata dell’ imbarcazione. Un’iniziativa che, unendo tecnologia avanzata e sensibilità umana, mira a creare una testimonianza interattiva e visiva di grande impatto, capace di coniugare memoria, educazione e riflessione sociale.
Il progetto si è concentrato su due obiettivi principali:
Per raggiungere questi obiettivi, è stata sviluppata una combinazione di modelli ad alta e bassa risoluzione, ideali per essere utilizzati in contesti didattici, espositivi e commemorativi.
Il progetto ha presentato sfide tecniche e operative complesse, che hanno richiesto soluzioni innovative:
Un’importante difficoltà riscontrata durante il progetto è stata la presenza di acqua nel fondo della sentina, causata dai gravi danni subiti dal barcone. Questa condizione rendeva impossibile eseguire una scansione diretta delle parti più basse del relitto, compromettendo la completezza del modello tridimensionale.
Soluzione Adottata
Per affrontare il problema, è stata condotta un’analisi approfondita di tutte le possibili soluzioni, con l’obiettivo di trovare un approccio efficace ma non invasivo. Tra le opzioni considerate, come la realizzazione di fori nello scafo per facilitare il drenaggio, si è deciso di adottare un metodo che garantisse il massimo rispetto per l’integrità del relitto.
La soluzione finale è stata quella di utilizzare una pompa idraulica fornita dai vigili del fuoco, che ha permesso di svuotare temporaneamente l’acqua dalla sentina. Questa operazione è stata eseguita con estrema cura, per evitare ulteriori danni alla struttura e preservare l’autenticità del relitto.
Una volta rimosso il liquido, è stato possibile accedere al fondo della sentina e completare la scansione in modo accurato, utilizzando gli strumenti di rilievo precedentemente pianificati.
Risultati
Grazie a questa soluzione, il modello tridimensionale è risultato completo anche nelle aree che inizialmente sembravano inaccessibili. La combinazione di pianificazione dettagliata e intervento tecnico ha consentito di documentare ogni parte del relitto con precisione, rispettando al contempo l’integrità dell’oggetto di studio.
Il risultato di questo progetto è stato straordinario, con un impatto emotivo e visivo profondo:
Per amplificare l’impatto emotivo, è stata progettata un’esperienza VR che permette agli utenti di esplorare il relitto in prima persona. Camminando tra le sagome, i visitatori possono immergersi nel contesto della tragedia, percependo la drammaticità degli spazi e la tristezza di quella storia.
Quello che rende questo progetto davvero speciale è la fusione di tecnologie avanzate con una forte componente umanitaria e sociale. In un panorama in cui molti progetti si limitano alla sola documentazione tecnica, la nostra proposta ha voluto dare vita a una riflessione globale sulla crisi delle migrazioni, creando uno strumento educativo e commemorativo che va ben oltre il semplice rilievo del relitto.
Con questo lavoro, abbiamo dimostrato come la tecnologia possa essere utilizzata per preservare la memoria storica e promuovere una riflessione profonda, mettendo in evidenza la dimensione umana dietro ai numeri e alle statistiche delle tragedie globali.