MATERIA.
FORMA DEL TEMPO

Un nuovo allestimento permanente che esplora il legame tra materia e tempo nell’Antico Egitto, combinando ricerca, tecnologia e design per offrire un’esperienza immersiva e accessibile a tutti.

ANNO:

2024

#motiondesign #animation #3Dprinting  

IL PROGETTO: STORIE DEL PASSATO

Per il bicentenario del Museo Egizio di Torino, nasce la mostra “Materia. Forma del Tempo” — un’installazione permanente che trascende la narrazione tradizionale.

Fondendo tecniche digitali avanzate con la narrazione senza tempo dell’antica maestria artigianale, la mostra offre ai visitatori un’esperienza dinamica di materiali come legno, pigmenti, ceramiche e pietra, che vanno dal periodo predinastico all’epoca bizantina.

Questo ambizioso progetto mette in evidenza la collaborazione tra ricerca storica e tecnologia moderna, dando vita alla storia attraverso video, modelli 3D e motion graphics.

IL BRIEF

Il richiesta del Museo era tanto impegnativa quanto stimolante. Erano richiesti sette video, due video mapping e repliche in resina stampate in 3D di antichi vasi.

L’obiettivo? Creare contenuti educativi che comunicassero scoperte archeologiche complesse in modo accessibile e coinvolgente, preservando l’autenticità degli artefatti e mantenendo una coerenza visiva in tutta la mostra.

Obiettivi principali:

  • Tradurre i dati scientifici in contenuti visivamente coinvolgenti.
  • Mantenere un linguaggio visivo coerente attraverso diversi media.
  • Offrire un’esperienza interattiva e multisensoriale per tutti i visitatori, inclusi quelli con disabilità visive.

COME IMPOSTARE LO STORYTELLING

Il processo di narrazione è iniziato con un’analisi approfondita del brief del curatore.
Da lì, il nostro team ha iniziato a creare sceneggiature, storyboard e animazioni che potessero risuonare con il pubblico del museo.

Ogni video è stato realizzato per distillare informazioni accademiche complesse in narrazioni concise e visivamente ricche. Una tecnica distintiva è stata la narrazione a split-screen, suggerita dal curatore Enrico Ferraris.

Questo approccio ha permesso di accostare immagini e animazioni, riducendo la necessità di testo esteso pur mantenendo la chiarezza. Il risultato è stata una narrazione fluida che ha onorato la profondità storica del museo, coinvolgendo al contempo un pubblico moderno.

APPROCCI INNOVATIVI

L’allestimento, pensato per offrire un’esperienza multisensoriale, ha utilizzato tecniche all’avanguardia per presentare gli artefatti antichi in un modo nuovo e coinvolgente.

Split Screen: Per comunicare in modo efficiente concetti complessi, le animazioni a schermo diviso hanno permesso di visualizzare simultaneamente grafici esplicativi e immagini degli artefatti. Questo metodo ha massimizzato lo spazio sullo schermo, ridotto la durata dei video e fornito un’estetica coerente.

Artefatti Stampati in 3D: Utilizzando la fotogrammetria e la stampa 3D ad alta risoluzione, abbiamo ricreato otto antichi vasi in resina. I visitatori potevano toccare queste repliche, percependo le imperfezioni e l’usura degli originali, colmando il divario tra l’apprezzamento visivo e l’esplorazione tattile.

Video Mapping: Un punto culminante della mostra è stata la proiezione sul soffitto che replicava i motivi vibranti dalla tomba di Wahka II, mescolando le texture della pietra antica con l’aspetto fluido del tessuto, evocando la credenza antica che tali soffitti rappresentassero tende per l’aldilà.

Contenuti Multimediali: I video della mostra spaziavano da analisi dettagliate di artefatti in legno a esplorazioni poetiche sulle origini dei pigmenti. Ad esempio:

    • Teoria del Colore: Un video vibrante ha approfondito gli usi simbolici e pratici dei pigmenti, arricchito da animazioni 3D create in Blender.
    • Analisi del Lavoro del Legno: Combinando immagini a raggi X e fotogrammetria, questo pezzo esplorava la complessa maestria artigianale dietro gli artefatti in legno.
    • Statua di Hathor: Sfruttando i dati dell’Università Politecnica di Torino, abbiamo visualizzato la struttura interna della statua utilizzando misurazioni ad ultrasuoni e radar.

SFIDE E SOLUZIONI

Sfida 1: Bilanciare Profondità e Accessibilità
Il museo richiedeva un uso minimo di testo nei video per mantenere l’attenzione sulle immagini. Condensare vaste informazioni scientifiche in contenuti visivi concisi e coinvolgenti è stata una sfida complessa.
Soluzione: La tecnica dello split screen e le animazioni pianificate con cura hanno semplificato la consegna delle informazioni senza semplificare eccessivamente l’argomento.

Sfida 2: Garantire Coerenza Visiva tra i Media
La varietà di materiali, colori e stili espositivi rischiava di creare dissonanza visiva.
Soluzione: Un linguaggio di design unificato, dalle palette di colori alle motion graphics, ha garantito che ogni video completasse gli artefatti esposti.

Sfida 3: Scadenze Ristrette
Il team aveva solo un mese per produrre tutti i contenuti.
Soluzione: Assegnare a ciascun membro del team la piena responsabilità per specifici video ha incoraggiato l’adattabilità e l’acquisizione di competenze, favorendo un flusso di lavoro efficiente.

L'ESPERIENZA FINALE

La mostra completata è una fusione armoniosa di storia e innovazione. I visitatori vengono accolti con:

  • Video Interattivi: Sette video che trattano argomenti che vanno dalla teoria del colore alla costruzione degli artefatti.

  • Installazioni di Video Mapping: Proiezioni immersive che danno vita alle antiche tombe.

  • Esposizioni Tattili: I vasi in resina invitano all’esplorazione pratica, favorendo connessioni più profonde con la storia.


Impatto sul Pubblico:

I visitatori hanno elogiato la mostra per la sua chiarezza, coinvolgimento e appeal sensoriale. Il curatore Enrico Ferraris e il personale del museo hanno espresso soddisfazione per il risultato, come dimostrato dalla copertura positiva sui media e dal coinvolgimento sui social media.